Teiera con cachi
Quando di pomeriggio le fasi del silenzio
si fan più lunghe delle ombre invernali,
viene l’idea della natura morta.
Tutto in stanza si fa immagine, lo spettatore
a poco a poco svanisce nelle porte aperte.
La luce striscia per mobili e pavimenti, tocca
la teiera, sul piatto ci sono dei cachi,
come un fissativo rende i contorni incancellabili.
Scrive un libro delle cose superflue.
Gli antichi maestri giapponesi dipingevano
nel tempo del nulla accade l’ormai inanimato,
tazze e paraventi. E bastava.
Schiuma di quanti (Giulio Einaudi editore, 2021)