Frida Kahlo

Frida-Kahlo2

Poesia dedicata a Diego Rivera

Nella saliva
nella carta
nell’eclisse.
In tutte le linee
in tutti i colori
in tutti i boccali
nel mio petto
fuori, dentro
nel calamaio – nelle difficoltà a scrivere
nello stupore dei miei occhi
nelle ultime lune del sole
(il sole non ha lune) in tutto.
Dire “in tutto” è stupido e magnifico.
Diego nelle mie urine – Diego nella mia bocca
nel mio cuore – nella mia follia – nel mio sogno
nella carta assorbente – nella punta della penna
nelle matite – nei paesaggi – nel cibo – nel metallo
nell’immaginazione.
Nelle malattie – nelle rotture – nei suoi pretesti
nei suoi occhi – nella sua bocca
nelle sue menzogne.

 

Lettere appassionate (Abscondita, 2002), trad. it. M. Martignani

Robert Frost

frost

Confidenza con la notte

Io sono uno che ha confidenza con la notte.
Ho fatto nella pioggia la strada avanti e indietro.
Ho oltrepassato l’ultima luce della città.

Sono andato a frugare giù nel vicolo più tetro.
Ho incontrato la guardia nel suo giro
Ed ho abbassato gli occhi, per non spiegare.

Io ho trattenuto il passo e il mio respiro
Quando da molto lontano un grido strozzato
Giungeva oltre le case da un’altra strada,

Ma non per richiamarmi o dirmi un commiato;
E ancora più lontano, a un’incredibile altezza,
Sullo sfondo del cielo un orologio illuminato

Proclamava che il tempo non era giusto, né errato.
Io sono uno che ha confidenza con la notte.

 

Conoscenza della notte e altre poesie (Mondadori, 1995), trad. it. G. Giudici

Wallace Stevens


La donna al sole

È solo che questo calore e movimento non sono come
Il calore e il movimento di una donna.

Non è che ci sia un’immagine nell’aria
Né l’inizio né la fine di una forma:

C’è il vuoto. Ma una donna d’oro compatto
Ci brucia col tocco della veste

E un’abbondanza dissociata d’essere,
Più definita per ciò che è lei –

Perché lei è disincarnata,
E porta l’odore dei campi estivi,

E confessa il taciturno e insieme indifferente,
Invisibile ma chiaro, il solo amore.

Aurore d’autunno (Adelphi, 2014), a cura di N. Fusini

 

Eugenio Montale


Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe dei suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

Ossi di seppia (Mondadori, 2016)

Emiliano Cribari


vienimi a trovare leggerezza
vieni
venitemi a trovare
idee buone
buone idee
benevolenza
stupore
venitemi a trovare
aria intatta
primavere
sentieri
venitemi a trovare
porte aperte
porte chiuse
tempo andato
tempo rimasto
venitemi a trovare
fate presto
pagine di libro
mani libere
domande
preghiere
vienimi a trovare
poesia
vieni in silenzio
porta semi e pazienza
sento i ricordi arrivare
e mattine lunghissime di sole
venitemi a trovare
venite senza idee
senza programmi
venite mentre smetto
di provare a trattenere ogni istante
e godo del polline
nel polline
dell’ape
vienimi a trovare sonno antico
raccontami
cosa facevano i miei nonni
quarantuno anni fa a quest’ora
vienimi a trovare pace
dopo la morte
vienimi a trovare fortuna
perché io ti dica chi è mio figlio
venitemi a trovare
padre e madre
finché potete

Inedito

Boris Ryzhy


Serge sognava di emigrare
ma picchiò sul muso un piedipiatti
e la cosa finì in tribunale.
Bob è morto, Vadim bruciato,
adesso sono del tutto solo,
come l’ultima merda in natura.

Vivo a malapena, a malapena respiro,
non conservo quello che scrivo,
accendo Bach tutto il giorno,
alle finestre volano le foglie
appena appena
e di fronte alla morte non c’è paura.

Dove sei tempo passato
quando ero ubriaco senza vino
e dalla buia casa dello studente
facendo un inchino alla guardia
mi allontanavo, come Apollo, inseguito
dalle muse della facoltà di chimica.

Fermavo un taxi. Portami
dove ti pare, corri, vai.
Abbracciando con una mano Ira,
per esempio, e con l’altra,
poniamo, Olja, me ne volavo
sopra tutte le schiocchezze del mondo.

da La nuovissima poesia russa (Einaudi, 2005), trad. it. V. Ferraro, M. Martini

William B. Yeats

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When you are old

When you are old and grey and full of sleep,
And nodding by the fire, take down this book,
And slowly read, and dream of the soft look
Your eyes had once, and of their shadows deep;

How many loved your moments of glad grace,
And loved your beauty with love false or true,
But one man loved the pilgrim soul in you,
And loved the sorrows of your changing face;

And bending down beside the glowing bars,
Murmur, a little sadly, how Love fled
And paced upon the mountains overhead
And hid his face amid a crowd of stars.

 

*

 

Quando sarai vecchia

Quando sarai vecchia, grigia, piena di sonno
e ciondolante accanto al fuoco, prendi questo libro
e leggilo con calma, sogna il morbido sguardo
dei tuoi occhi di un tempo, il loro fondo d’ombra.

Molti hanno amato i tuoi momenti di grazia spensierata
e hanno amato d’amore vero o falso la tua bellezza
ma uno solo ha amato l’anima in te pellegrina
e le pene del tuo viso che cambiava.

In bilico sui ceppi scintillanti, appena triste
riepiloga tu in un soffio com’è fuggito Amore
e di quanto ha sorvolato le montagne
e in che folla di stelle ha nascosto il suo volto.

 

Blue and blue : un’antologia di poeti anglo-irlandesi-americani (Sometti, 2000), a cura di A. Bertoni

Dario Bellezza


Ecco i tranquilli giorni, le muse inquiete
riscattando la monotonia; malinconia è
nettare infernale; l’estate come fosse
tornata l’infanzia delle vacanze: mare,
sole, sole, mare, abbracciato all’enigma
del futuro chiudendo in povertà i giorni
tutti uguali con il cuore a registrare
su un misero giaciglio in una casa
presa in affitto i puerili battiti
d’amore che mai più proveremo, così
sentimentali, così audaci nello sperpero
della pubblica energia. Dove è ormai
la poesia, la sublime immagine di me
ragazzo, amico della morte, la luna
vergognosa delle cartoline illustrate
con tutto il “melo” della accidia bisognosa
di fare soldi, avendo solo mille lire
in tasca ed essendo giovani, tanto giovani!
Non c’è speranza, qui, in questa Italia
provinciale ad una vita da poeta, cioè
in una vera società dove il teatro sia
teatro quotidiano di eventi tutti
scombinati dalla clessidra dei sentimenti.
Dove l’odio immaginario avvampi fino
a distruggere l’altro me stesso dell’odio.

Tutte le poesie (Mondadori, 2015)

Fabrizio Bajec


Fondazione Dolores Olmedo

su due tele di Diego Rivera

1.

le nubi hanno cicatrici
che l’aquila non potrebbe mai conoscere
e il francese è pronto a morire
per mano dei resistenti dai grandi cappelli
il sangue produce curve e volute
tipiche del corpo di una montagna
sulla quale hanno piantato tre croci
una per l’imperatore e due per l’esempio
Dio non salverà il Messico da alcuna oppressione

2.

vestita sei un campo di mais
una distesa di miglio verde e fiero
di nutrire il suo paese
ma nuda sei una spiaggia di notte
un mare nero in movimento
con la sua spuma cinerea
carne da plasmare ventre vergine
anche dopo tanti figli scuri
gigante piegato sul suo utero
vulcano di passioni trattenute
e rilasciate con l’aiuto di un nettare d’agave

Sogni e risvegli (Amos, collana A27, 2021)