Essere rinomati non è bello
Essere rinomati non è bello,
non è così che ci si leva in alto.
Non c’è bisogno di tenere archivi,
di trepidare per i manoscritti.
Scopo della creazione è il restituirsi,
non il clamore, non il gran successo.
È vergognoso, non contando nulla,
essere favola in bocca di tutti.
Ma occorre vivere senza impostura,
vivere così da accattivarsi in fine
l’amore dello spazio, da sentire
il lontano richiamo del futuro.
Ed occorre lasciare le lacune
nel destino, non già fra le carte,
annotando sul margine i capitoli
e i luoghi di tutta una vita.
Ed occorre tuffarsi nell’ignoto
e nascondere in esso i propri passi,
come si nasconde nella nebbia
un luogo, quando vi discende il buio.
Altri, seguendo le tue vive tracce,
faranno la tua strada a palmo a palmo,
ma non sei tu che devi sceverare
dalla vittoria tutte le sconfitte.
E non devi recedere d’un solo
briciolo dalla tua persona umana,
ma essere vivo, nient’altro che vivo,
vivo e nient’altro sino alla fine.
Poesie (Einaudi, 2009), trad. it. A. M. Ripellino
Bel proposito di vita e bella traduzione del grande Ripellino
esemplare.una consegna di vita (e non di opera) limpida e densa di significato.
Magnifico esempio di “ratio vivendi” privo di retorica e di presunzione da maestro infallibile.
L’ha ribloggato su "LA MELA ROSSA DIMENTICATA" di Giorgina Busca Gernetti.
Una grande voce quella di Pasternak. E questa poesia ne testimonia anche la profondità. grazie. Isabella
È meravigliosa. Grazie per questa perla.
grazie. un testo splendidamente necessario. l’ ho diffuso su facebook
Bella poesia, ma come idea
è facile a dirsi chi – lo stesso –
già fu toccato dalla dea
di fama e successo…