Daniela Pericone


Mio corpo
immerso nei segni
di mutamento, vólto
che strema la sua cera,
spargi la quiete
che fu ardore, asseconda
lo slancio e la caduta,
la mira è caparbia
tra una linea e un sussulto
a distrarre le correnti
e i precipizi acerbi
– pretesto di chi s’incorda
alla fatuità della lotta e finge
l’audacia di tirare la coda
al tempo.

La dimora insonne (Moretti & Vitali, 2020)

3 pensieri su “Daniela Pericone

  1. Mi ricorda François Jullien – i minimi mutamenti del nostro corpo nel tempo richiedono, per essere compresi, assecondati e quindi vissuti, una introspezione simile a quella che si compie in questo testo. “il volto strema la sua cera” è un verso molto complesso, c’è l’immagine di qualcosa spalmato sempre più fino, la fatica visibile sul volto, un cosmetico per lenire e abbellire che piano piano si esaurisce. Mai tirare la coda al gatto tempo. Grazie Daniela

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