Foto di Elena Agnoletti
Senti che pace qui: gli uccelli bevono
placidamente il buio senza grumi.
Era diverso allora, ti ricordi
quante candele accese dentro il cranio?
Raptus di clavicembali, frantumi
che non sai dire se sognati o solidi.
Dentro la notte carica di uranio
dormire tuttavia, riaprire gli occhi
sei ore dopo, crederle un istante,
stringere i denti e senza dire niente,
andare a Fiesole, suonare insieme.
Che avremmo dato allora per i cuori
che adesso dormono, dopo la pizza…
Sistemi (Interno Poesia Editore, 2020), prefazione di Maria Borio
uranio?