Alle soglie
II
Mio cuore, monello giocondo che ride pur anco nel pianto,
mio cuore, bambino che è tanto felice d’esistere al mondo,
mio cuore dubito forte – ma per te solo m’accora –
che venga quella Signora dall’uomo detta la Morte.
(Dall’uomo: ché l’acqua la pietra l’erba l’insetto l’aedo
le danno un nome, che, credo, esprima un cosa non tetra)
È una Signora vestita di nulla e che non ha forma.
Protende su tutto le dita, e tutto che tocca trasforma.
Tu senti un benessere come un incubo senza dolori;
ti svegli mutato di fuori, nel volto nel pelo nel nome.
Ti svegli dagl’incubi innocui, diverso ti senti, lontano;
né più ti ricordi i colloqui tenuti con guidogozzano.
Or taci nel petto corroso, mio cuore! Io resto al supplizio,
sereno come uno sposo e placido come un novizio.
I colloqui e altre poesie (Interno Poesia Editore, 2020), a cura di Alessandro Fo
Parole di una poesia per sempre. La morte da accogliere come evento incluso nel moto naturale.
Guido Gozzano mi ha accompagnato nei momenti più significativi dei miei vent’anni
Associo alle sue poesie la primavera, gli ippocastani, le foglie di menta e la meravigliosa chioma bionda di colei che mi indusse alla poesia.