Mio padre di ottant’anni e qualche giorno
è un pulcino incazzato,
sta tornando nel guscio
perché fuori, in cantiere, spira il freddo
di giovani che spingono che irridono che sputano.
Un vecchio è come carne quando cade
l’unghia che le sta sopra, o come Dafne
quando lenta si muta in una pianta d’alloro.
Attorno nasce un velo
corneo o ligneo; s’ispessisce pian piano,
sempre più impermeabile
ai miei gesti e parole.
Gli accarezzo le spalle
mentre dorme in poltrona e sbava e scalcia e sogna.
Guardo nella penombra il volto che è già maschera
e faccio il Mitridate col vuoto soffocante di domani.
La perdita e il perdono (Pietre Vive Editore, 2020)
Foto di Laura Albano
Bello!
è sempre un immenso piacere e un onore esser qui, grazie. RRC
Un atto d’amore vero. Complimenti.
Grazie! (Leggo solo ora, pardon). Ad maiora!
veramente bella Roberto
Grazie, Stefano (scusa il ritardo). Mi manca la tua presenza social e soprattutto il poter leggere qualcosa di tuo, spero di ritrovare presto i tuoi scritti.