imbarca acqua da sponda a sponda
destra sinistra maschio femmina
e affogano ho un piano ma i tasti
non suonano e quanta musica
nel frutteto improvviso la pedaliera
non entro la sego e nel frutteto
rimane a sgravare infiorescenze
di rabbia afferrano un punto uno
scordato qui e nel riso al mondo
Tirrenide (Anterem, 2019)
Con umiltà fingo anch’io di capire.
Perché ? Forse ha senso capire?
Non so se serva umiltà per fingere o per non fingere. Scelgo di non fingere. Scelgo di non volere capire sempre a tutti i costi le parole degli altri. Tanto, è la poesia che ci legge. Questo mi basta.
Un caro saluto
scrittura automatica?
No, non lo è.
E questa non è una risposta automatica (mi scusi, non ho resistito…)
Un caro saluto
“La poesia è un infinita incertezza fra senso e musica” (Paul Valery)
“La poesia è l’amore realizzato/ del desiderio rimasto desiderio” (René Char )
“La poesia…questo nome d’infinito dato a ciò che è vano e mortale ” (Paul Celan)
“Il linguaggio poetico è un’incessante lotta contro la significazione” (Octavio Paz)
Solo la poesia riproduce l’essere nella sua profonda verità, rispettandone il mistero e la trascendenza sui limiti del linguaggio convenzionale, che tenta sempre di subordinarlo ai propri codici espressivi, per dominare, predare, strumentalizzare. La inevitabile e incantevole dilatazione-dissoluzione semantica di questa poesia è una liberazione da prigioni millenarie, un gesto di accoglienza e contemplazione mistica che sublima il mistero del vivere, scioglie veli, dissacra e dissolve il terrore dell’altro, spalanca limiti cognitivi, ridona speranza per un nuovo modello speculativo ed esistenziale.
Per me come trovare una perla rara, un’oasi nel deserto….grazie.