fissavo l’ombra sul muro e per esercizio
contemplavo le forme disfarsi agili
lungo il filo delle mattonelle. così, per più giorni,
nervoso come il morso del nero,
in parte obliquo e in parte solo cedimento,
mio sembrava il tuo corpo di carne compatta,
soda, del tutto insensibile al tatto.
poi divenne più esile, stremò
l’ovale del bel volto sulle tapparelle chiuse,
nel reparto intensivo all’ultimo piano
cedette la pressione, la poca luce
emise un breve rantolo, e io docile fissavo
l’ombra più lunga sul muro, e salutavo.
Poeti italiani nati negli anni ’80 e ’90. Vol. 2 (Interno Poesia Editore, 2020)
Foto di Dino Ignani
Caro Marco Corsi, mi hai fatto rivivere, con i tuoi versi, tristi esperienze che non passeranno mai, no, non pasaran! Grazie, comunque, sperando di continuare a dialogare tra poeti, tuo Massimo Palladino