Neka meso ispašta
ja nisam ono što bi poželio voljeti
tek što možeš da me vidiš valjalo je truda
jer ne zalistah u saksiji gdje me posadiše
ja sam divlja biljka
odbjegla u drumove da diše
kamene cipele i razlog buntovnika
apstraktna slika
isklijala avangarda u bašti krompira
uskok preko reda, utroba nemira
dok vaše stvarnosti zaziru od isteka
ja sam rijeka, ja sam hladna rijeka
zaobiđite me uštirkani, ovo je pjesma smrada
ja sam nokat koji urasta i ne marim
neka meso ispašta
*
Che la carne marcisca
Non sono quella che io vorrei amare
ma riuscire appena a vedermi è valsa la pena
perché non sono sbocciata nel vaso in cui mi hanno interrata
io sono una pianta selvatica
che fugge, per respirare, sulla strada
sono scarpe di pietra e ragione indomita
immagine utopica
avanguardia germogliata tra le patate del verziere
che travalica il confine, con l’agitazione nelle viscere
mentre le vostre realtà destinate sono ad una fine
io sono un fiume, un freddo fiume
girate alla larga fighetti, questa è una poesia puzzolente
sono l’unghia incarnita, e me ne infischio
che marcisca la carne
(traduzione di Paolo Maria Rocco)
Mah, posso avanzare perplessita basandomi solo sulla traduzione (che presumo fedele, corretta e ben svolta…). Mi pare una poesia da diario adolescenziale come ce ne sono milioni, infarcita di ‘poetichese’, fuori misura, retorica, smodata – certo con qualche nota avvincente – ma non certo all’altezza delle Vostre proposte consuete. Per carità lungi da me farmi (e fare) un’idea della poetessa da un componimento, ma se questo è il meglio… insomma.
Presume bene, sig. Furio Detti. In quanto al suo commento sulla poesia di M. Sukovic, mi sembra del tutto superficiale e, quindi, fuori misura, inutile, proprio a partire da quanto lei stesso riconosce (con un guizzo di buon senso)… da un componimento non si possono trarre le sue conclusioni azzardate. Ma, certo, de gustibus… cordialmente, Paolo M. Rocco
I gusti son gusti: e la concordia bella non è data; / ma l’umiltà d’accogliere una critica argomentata, / quella, a Paolo Maria Rocco, forse è mancata.
Cordialmente, Furio DETTI Con un guizzo di buonsenso, va da sé.
Mi sembra, Furio Detti, che, a fronte di una mia risposta del tutto normale e adeguata al suo primo commento, sia proprio lei a non ammettere opinioni divergenti dalla sua, e a farsi un baffo dell’umiltà che, pure, invece, dovrebbe esercitare. Il suo commento, lo ribadisco, è fuori misura e in questo senso inutile perché, come le ho già spiegato, si fonda su una sola poesia dell’autrice della quale lei evidentemente non ha letto altro: commenti si elaborano a partire dalla conoscenza di ciò di cui si scrive… ma a lei questo non interessa, basta dar fiato alle trombe, suvvia!!