Mariangela Gualtieri


Non si cuce più il nome alla
sua voce. Il sangue riconosce
più larga parentela che traluce
fra squame e venature e linfe
e pietre e fuoco e cadute e colpi
d’ala piccola, d’ala grande,
una balbuzie di foglie – un incompreso
abito cucito a poco a poco nella profonda
sete, nelle stellate ondine increspate
giace un non sapere che riposa, che nutre.

 

Quando non morivo (Einaudi, 2019)

Un pensiero su “Mariangela Gualtieri

  1. L’ascrivibilità possibile del nome alla sua fonte emittente, prima e inconfondibile, non è più.E’ forse possibile intravedere, e quindi instaurare, una sorta di affiliazione, di parentela con il contesto circostante e con la condizione interiore: la pietra, il battere d’ali, le squame, il piccolo colpo di lieve avvio, e il grande colpo per remigare in pieno cielo.
    Nel contempo incomprensione e insipienza, o meglio consapevolezza atavica del non sapere, costituiscono il vero, autentico sentire. la vera arsura, la fame che attanaglia lo stomaco. L’istanza del conoscere e del comprendere invischiati nella selva del non riuscire ad attribuire una ragione alla vita risiede qui, tra questi versi asciutti e lirici. Una scelta preziosa.

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