John Ashbery


City afternoon

A veil of haze protects this
Long- ago afternoon forgotten by everybody
In this photograph, most of them now
Sucked screaming through old age and death.

If one could seize America
Or at least a fi ne forgetfulness
That seeps into our outline
Defining our volumes with a stain
That is fleeting too

But commemorates
Because it does define, after all:
Gray garlands, that threesome
Waiting for the light to change,
Air lifting the hair of one
Upside down in the reflecting pool.

 

*

 

Pomeriggio in città

Un velo di foschia protegge questo
pomeriggio d’antan dimenticato da tutti i presenti
in questa foto, i più ormai
risucchiati urlanti da vecchiaia e morte.

Se ci si potesse impossessare dell’America
o almeno di una gradevole smemoratezza
che s’infiltra nella nostra silhouette
e delinea i nostri volumi con una macchia
anch’essa fuggevole

ma che commemora
perché davvero delinea, dopotutto:
ghirlande grigie, quei tre
al semaforo che aspettano il verde,
l’aria che solleva i capelli a uno di loro
capovolto nel riflesso di una pozza.

 

Autoritratto entro uno specchio convesso (Bompiani, 2019), a cura di Damiano Abeni

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