Mitologie
Non finisco i libri, ogni tanto, è il mio
inconfessabile, su Marte come
dischi volanti compiranno
certamente tutti i gesti di una determinata
loro altezza, su Marte che è
la Terra stessa, ovviamente. Nemmeno
Sebald, Ottieri, Barthes. Non ho letto
tutto Caproni, non ho il fisico
da lottatore che serve, né polpacci da ballerina.
Più Raboni, in realtà, come prima, di quando
sono dove non sono mai stato –
dietro le edizioni obsolete, gli esami,
gli articoli da correggere, i pasti
da non saltare, la zona celeste dei miei pigiami
e del mio foraggio, ultimamente
sveglio in mezzo leggere
Guido ma quell’incipit: dovrei farmi
forza e andare avanti. In rapporto tra
male e rimedio come strattona
Il giorno che l’avrebbero ucciso,
Santiago, miti d’oggi! Molto diverso da caso
a caso, mi spiego: riappendo
poster, oggi, sono da mesi giorni interi
a terra, caduti. Lo scotch perde aderenza –
sia una metafora nuova per la
camera tutta lì, imbellettata, ovvio. Gli angoli
di un calendario si piegano, il legno delle sedie
fuori posto. La lavatrice in potenza, dispersa
in terra e la busta dei bianchi, l’angolo
a valanga sul pavimento.
Con tutto questo
sto prendendo tempo. È un assedio,
qualcosa complotta alle spalle. Il lampadario emette
luce a intermittenza al centro della camera. Anche questo
– di cosa, poi – è metafora. Sul trasparente
dell’armadio e sullo specchio due incandescenze;
per cosa lente accensioni, altrettante, per cosa
si esaurisce il filamento, nessuna efficienza
luminosa sulle tre gocce dell’anticamera da bagno.
Riproduzioni in scala (Interno Poesia Editore, 2019)
Foto di Laura Pusceddu
Demetrio Marra è in cerca della sua voce. Ordina sequenze poetiche in relazione all’intento di decodifica del quotidiano, dell’ordinaria lettura interrotta, dell’istanza di comprendere il senso forse sotteso agli accadimenti più banali. Istanza encomiabile ma punteggiata di scelte non sempre condivisibili. Impoetico e poetico convivono come se non fosse stata tracciata con sicurezza la linea del discrimine là dove la non separazione crea il frainteso dell’intercambiabilità. Quella poetica è ricerca assoluta della parola e del suo senso ultimo, insostituibile, ravvisato con parossistica sistematicità, con acutezza e sguardo percettivo.
E’ un banco di prova questa lirica, interessante tappa di un percorso in divenire.