Moniza Alvi


The Tree

It was a tree in two halves –

one half a mango
and the other an oak.

You were perched
somewhere in the middle

though in your last months
you favoured the mango.

It took you such a long time to fall,
gripping and gripping the branch.

You must have landed with a thud.
Perhaps you even heard it.

Sad departure – or the relief of arrival.

The day you dropped
from the tree like a fruit.

 

*

 

L’albero

Era un albero in due metà –

una metà mango
e l’altra quercia.

Stavi posato
da qualche parte nel mezzo

sebbene nei tuoi ultimi mesi
preferissi il mango.

Ti ci è voluto così tanto tempo per cadere,
aggrappato stretto stretto al ramo.

Mi sa che sei atterrato con un tonfo.
Forse l’hai persino sentito.

Triste dipartita – oppure il sollievo dell’arrivo.

Il giorno in cui sei caduto
dall’albero come un frutto.

 

Blackbird, Bye Bye (Interno Poesia, 2019), a cura di Pietro Deandrea

Un pensiero su “Moniza Alvi

  1. Il distacco come morte e perdita definitiva di una condizione fisiologica e naturale, ordinaria fino a quel momento. Il distacco anche come raggiungimento di un’altra condizione, sollievo per aver lasciato alle spalle la condizione ‘larvale’ e aver raggiunto quella definitiva. L’uomo che sottrae il frutto alla caduta e all’inutile marcescenza a terra opera in direzione della seconda eventualità. Il distacco del frutto maturo dalla pianta per divenire cibo nutriente. L’uomo diventa appendice di quella pianta e di quella pianta dovrà salvaguardare l’esistenza, dovrà prendersene cura e lasciarla alle generazioni a seguire.
    Credo anche che questa lirica chiaramente non parli solo del frutto caduto dall’albero; l’immagine è lo strumento per andare oltre. ritengo sia una riflessione lata e ideale sul distacco e sull’abbandono, sulla conclusione di stagioni esistenziali, umorali, affettive. La morte non è tale se prelude a un ricongiungimento, l’allontanamento fisico induce a una resezione e a un nuovo avvicinamento, accosto a condizioni che da sconosciute potranno diventare note e ordinarie, quotidiane e contigue alla prosecuzione dell’esistere.
    Un brano polito e nitido nella sua dotta semplicità.

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