Fabio Michieli


non sono stato ciò che ti aspettavi:
quel figlio, quel bastone che reggesse
il tuo corpo oltre il passo dell’età –

ma non fu per mancanza mia…
la vita!
fu lei a lasciarti prima del tuo tempo –

già il tuo tempo… ripeto ora a me stesso:
il tuo tempo… come fosse possibile
stabilire ogni tempo, ogni durata

come fosse possibile ordinare
al tempo qualcosa, qualsiasi cosa

(settembre 2011)

 

Dire (L’arcolaio, 2019)

4 pensieri su “Fabio Michieli

  1. L’ineluttabile cammino del tempo. Il non poter essere quanto per attitudine, indole, auspicio si avrebbe voluto. Il non essere figlio che sostiene, punto fermo, appiglio, pietra sulla quale far appoggiare una mano incerta. Il tempo ha la meglio, il tempo assoluto che scardina e prosegue in corsa, e il tempo relativo, percettivo, percepito, personale, Quello di una vita intrecciata a un’altra tuttavia non in modo indissolubile, malgrado gli intenti e la presenza che, a un certo tratto, rimane tale solo per uno, per alcuni, per quanti permangono e vedono un’altra imbarcazione prendere per sempre il largo. Solo un saluto dalla banchina, a mani levate e sguardi tesi per tentare di vedere fino a dove si può. E con la mente oltre.

  2. E’ una mancanza che rimane dentro il non poter essere quel bastone che sostiene. La si vive quasi come un furto, qualcuno che entra nella nostra vita e fruga, mette a soqquadro e ci priva di ciò che è solo nostro. Un’ingiusta e gratuita violenza.

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