Maria Borio

Farnese

La finestra a una luce dice non immaginate,
appoggiatevi alla parete come fosse una strada.
La schiena nuda non ha più freddo. Ecco le cose
che ci abitano: il vetro trasparente, il muro opaco,
noi per le cose, una strada curva sul muro,
il muro dentro vene lenticolari. Tutto batte
come bronzo sul deserto: è innocenza
che muove la testa. Mi abiti così, come il giorno
sulla piazza che Giordano Bruno era quel piccolo
fuoco di tutti. Ti abito come il suono che si stacca
tra i palazzi incastrati, la campanella sul muro duro
caldo come un liquido muove la testa.

 

Trasparenza (Interlinea, 2019)

Foto di Dino Ignani

16 pensieri su “Maria Borio

  1. Scusino i lettori, la scrittrice e l’incolpevole Giordano Bruno, ma deve esserci proprio consentito dire qualsiasi cosa ci scappi dalla penna quando scriviamo una poesia?

    • Gentile Sergio, questo commento si attaglia perfettamente a lei. Non solo perde l’occasione di evitare commenti immotivati, ma neppure ha il coraggio di metterci il nome. Insomma, un po’ coniglio (mi scusi la lepre), un po’ anitra, come nel famoso giochetto. Saluti.

      Giovanna Frene

    • Caro Sergio… sei simpaticissimo. Mi viene da chiederti (molto affettuosamente)… ma cosa te ne importa di Giordano Bruno? E del fatto che sia stato citato in una poesia… in forma sì ardita? Che ne possiamo sapere noi? E se la Maria Borio fosse Nolana? Oppure lei sin, da piccola, fu una fervente ammiratrice del Giordano Bruno? O ancora se, nella sua immaginazione, sin dalla più tenera età, lei se lo è immaginato “questo povero ed indifeso Giordano Bruno”, reso poi immortale da un rogo ingiusto? Io onestamente non riesco a dare tanta importanza alla cosa ma ti dovevo rispondere perché davvero la tua osservazione mi ha suscitato (nei tuoi confronti) una simpatia senza limiti.

  2. Scusate, non arrabbiatevi, avevo espresso un mio dubbio, bastava solo dire che sì, la poesia può essere un flusso di pensieri anche casuali, può unire parole che in nessun altra circostanza potrebbero essere accostate, il cui senso deve essere trovato da chi legge e non necessariamente da chi scrive. E se uno non lo trova è solo un problema suo. Poi se questo finisse per diventare anche un problema per la “poesia”… beh, quello è tutto un altro discorso

    • Vede, Sergio, io non mi sono arrabbiata, ma noto che ancora non è in grado di vedere tutta la fitta trama di questo testo, che per lei rimane casuale. Questo sì, un po’ mi fa arrabbiare. Si parla di ciò che si conosce, per poter motivare il proprio gusto.Tutto qui. Ma c’e sempre tempo per studiare: dura tutta la vita.
      GF

  3. Cari signori e signore, vista la mediocrità che aleggia in questo blog di poesia da supermercato e vanity publishing, dovreste essere grati all’autrice per la profondità di questo testo. Io le sono grata. Cordialmente. Rosalba

    • Se leggere (scorro le ultime due pagine) Damiani, Borio, Hughes, Fried, Bodini, Sanguineti, Ginsberg, Atwood, Millay, Sicari e Scotellaro vuol dire proporre poesia da supermercato e vanity publishing… Certi commenti, mah.. Personalmente ringrazio Interno poesia per quello che offre quotidianamente

  4. Rispondo a Claudia Borghi. Non basta citare autori di valore in pillole… qualsiasi rubrica può farlo come dare caramelle. Questo blog è legato a un sistema di vanity publishing. Scorro la ricca serie sconclusionata di titoli pubblicati da interno poesia… sto parlando dei libri, non dei singoli testi dati in pasto al pubblico quotidianamente. Ragazzi, ma che roba è???! È un supermercato, dove si salvano pochissime cose, davvero pochissime. Ben venga la pubblicazione quotidiana di bravi autori in pillole. Ma questo è marketing.
    A Paolo G.: ci ho pensato anche io, a puazza Farnese e Giordano Bruno. Nella poesia di Borio c’è qualcos’altro. Quando dice ti abito e mi abiti, forse noi che viviamo oggi e le immagini del passato? Sento una carica erotica.
    Cordialmente. Rosalba

    • Non so, sarà che io amo rispettare il lavoro intellettuale degli altri, per prima cosa, e quindi leggere qui termini come “supermercato” è davvero fastidioso.
      Per seconda cosa, i blog letterari hanno la sana consuetudine di pubblicizzare (che male c’e??) le pubblicazioni, che poi però VANNO LETTE SUI LIBRI, e i libri poi VANNO LETTI PER INTERO, sennò succede come quelli che, interrogati, rispondono “Sì, ho letto qualche testo del libro xxx su Facebook”.
      Per terza cosa, ho comprato spesso libro da Interno Poesia: sarò proprio così imbecille? Ma evviva un editore che lancia giovani poeti!! Ci fosse stato quand’ero esordiente io!

  5. A Giovanna: le pubblicazioni degli esordienti hanno, certo, sempre qualcosa di meritevole. Ma in interno poesia non ci sono solo quelle… sul catalogo intero non meglio non pronunciarsi. Cordialmente. Rosalba

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