Giorgio Caproni

Io come sono solo sulla terra
coi miei errori, i miei figli, l’infinito
caos dei nomi ormai vacui e la guerra
penetrata nell’ossa!… Tu che hai udito
un tempo il mio tranquillo passo nella
sera dagli Archi a Livorno, a che invito
cedi – perché tu o padre mio la terra
abbandoni appoggiando allo sfinito
mio cuore l’occhio bianco?… Ah padre, padre
quale sabbia coperse quelle strade
in cui insieme fidammo! Ove la mano
tua s’allentò, per l’eterno ora cade
come un sasso tuo figlio – ora è un umano
piombo che il petto non sostiene più.

 

Tutte le poesie (Garzanti, 1999)

Foto di Dino Ignani

Simone Savogin

Se tu, un poco, riuscissi a tremare ancora

Parlarmi, di quelle mani
di pietra e lama,
che in buio di suono
t’hanno zittito i sogni.
Piangimi ogni colpo
di carne e voglia,
che, ignorante,
ha rapito il soffio
di provare sorpresa.
Chiedimi abbracci
di tempo e parole,
ché solo di questo
sono capace.
Se soltanto…
nulla, se non
il tuo male in me,
e tu
di nuovo luce di respiri e veli.

 

Scriverò finché avrò voce (tre60, 2019)

Luljeta Lleshanaku

Kusht për tu mbajtur mend

Ky është varri i një gruaje romake,
në vitin 135 para Krishtit:
“Prindërit e quajtën Klaudia.
Ajo e donte të shoqin megjithë zemër.
Lindi dy djem. Ishte e këndshme në bisedë, dhe e fortë në durim.
Mbajti shtëpinë, torri lesh.”
Gratë që unë njoh,
mund të përshkruhen po kaq thjesht, me një rresht të vetëm:
M që enët e bakrit i fërkonte me rërë;
L që ëndërronte tepër për të bijtë, aq sa u ndëshkua me jetë të shkurtër.
Sh të cilës askush s’ia merrte për turshi.
H që s’e hiqte nga goja të vëllain e vrarë pabesisht.
K që hiqte pushin nga fytyra me një maskë veze dhe sheqeri.
F që e para zbuloi që fustani i bardhë kombinohet me trëndafilë të verdhë.
D që hekuroste një vijë të përkryer në mëngët e të shoqit,
edhe kur e dinte që ai po dilte me një grua tjetër.
G që i bënte të gjithë për të qarë kur vajtonte të vdekurit.
P që shkonte mirë me vjehrrën. S që bënte një abort ҫdo gjashtë muaj.
T që kishte gjithmonë një fije të ikur ҫorapi dhe të qeshur të ëmbël.
N që piqte kafe të mirë nëse i ndodhej.
R që e mbante të fshehtë që shiste gjak.
Z që ia mblodhi me duar zorrët të birit,
kur ia përplasi treni i mallrave…
Vetëm me një rresht,
ekonomik si tekstet e telegrameve: 20 qindarka një rrokje,
madje të shtypur gjithë gabime nga punonjësit e postës,
si e vetmja mënyrë për t’u mbajtur mend.

*

Condizione per essere ricordati

Questa è la tomba di una donna romana
nell’anno 135 A.C.:
“I genitori l’hanno chiamata Claudia.
Amava suo marito con tutto il cuore.
Ha avuto due maschi. Era piacevole nella conversazione e paziente.
Ha tenuto su bene la casa. Filava la lana.”

Anche le donne che conosco io
possono essere descritte in maniera così semplice, in un solo verso:
M. che le pentole di rame puliva con la sabbia;
L. per il futuro sognava dei figli ma si è scontrata con la brevità della vita.
Sh. nel preparare da mangiare non aveva rivali.
H. che non riusciva a non parlare del fratello, ucciso in un agguato.
K. che toglieva la peluria dal viso con una maschera di uova e zucchero.
F. che per prima ha scoperto che il vestito bianco si abbina alla rosa gialla.
D. che stirava una riga perfetta sulla manica del marito
anche quando era certa che sarebbe uscito con un’altra.
G. che faceva commuovere chiunque con i suoi lamenti per i morti.
P. che andava d’accordo con la suocera. S. che abortiva ogni sei mesi.
T. che aveva sempre una calza rotta e un sorriso dolce.
N. che quando era in forma faceva un ottimo caffè.
R. che ha raccolto con le mani l’intestino del figlio
quando un treno merci l’ha investito in pieno.
Solo con un verso,
economico come i testi dei telegrammi: 20 centesimi a carattere,
magari stampato pieno di refusi dagli impiegati postali,
come unico modo per essere ricordati.

Homo Antarcticus (2015), traduzione di Julian Zhara

Carmen Yáñez

Poetica

Può osservare le cose invisibili,
quelle che gli altri non registrano per fretta.
Come un gatto si affaccia sui tetti
e capta da lassù
il polso della strada.
Da angoli bui bazzica le paure degli habituè
e le sue parole schiudono agli altri i fili delle cose.
Cammina lento sotto un cielo coperto.

 

Migrazioni (Guanda, 2018), trad. it. R. Bovaia

Giacomo Leopardi

L’infinito

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
De l’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminato
Spazio di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e ’l suon di lei. Così tra questa
Infinità s’annega il pensier mio:
E ’l naufragar m’è dolce in questo mare.

 

Versi (Interno Poesia Editore, 2019)

Eugenio Montale

 

Forse un mattino andando in un’aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.

Poi come s’uno schermo, s’accamperanno di gitto
alberi case colli per l’inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n’andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.

 

Ossi di seppia (Mondadori, 1976)

Luciano Neri

L’immagine di chi si ama
all’istante è un quadro
senza cornice, situazione
reale, ambiente senza
figure né protezioni,
una folla intorno
i rumori quotidiani
un gesto, un sorriso,
un’inflessione
il mistero si spalanca
all’improvviso
come sorpresa unica
e l’amata diventa il quadro

Discorso a due (L’arcolaio, 2019)

Wendy Cope

Triolet

I used to think all poets were Byronic –
Mad, bad and dangerous to know
And then I met a few. Yes, it’s ironic –
I used to think all poets were Byronic.
They’re mostly wicked as a ginless tonic
And wild as pension plans. Not long ago
I used to think all poets were Byronic –
Mad, bad and dangerous to know.

 

Making Cocoa for Kingsley Amis, Faber & Faber, London, 1986

 

*

Credevo ogni poeta un po’ byronico –
pericoloso, pazzo e incline al vizio.
Poeti poi ne ho conosciuti: è ironico –
Credevo ogni poeta un po’ byronico.
Sono viziosi quanto un analcolico,
pazzi quanto una polizza.
All’inizio credevo ogni poeta un po’ byronico –
pericoloso, pazzo e incline al vizio.

 

Traduzione di Simone Pagliai

Faruk Šehić


kad sam prvi put vidio komad ljudske lobanje

imao sam dvadesetdvije godine
bili smo tek došli na liniju
decembar je donio suhu zimu
lišće obloženo mrazom
hrskalo je pod čizmama
na kozijoj stazi vidio sam
nekoliko kapi krvi
komad ljudske lobanje:
sa vanjske strane busen kose
sa unutrašnje, hrapava površina
sluzava i nalik mjesečevoj,
bilo je to sve što je ostalo na zemlji
od Šarić Seduana.

*

quando per la prima volta ho visto un pezzo di cranio umano

avevo ventidue anni
eravamo appena arrivati al fronte
dicembre aveva portato l’inverno secco
le foglie ricoperte di brina
scricchiolavano sotto gli stivali
sul sentiero ho visto
alcune gocce di sangue
il pezzo di un cranio umano:
esternamente una ciocca di capelli
internamente, una superficie ruvida
vischiosa e simile a quella della luna,
era tutto ciò che era rimasto sulla terra
di Šarić Seduan.

Ritorno alla natura (Lietocolle, 2019), traduzione dal bosniaco di Ginevra Pugliese, postfazione di Giovanna Frene

Foto di Zoran Kanlic