Umberto Fiori


Sulla mia faccia tesa il Conoscente
vede tatuarsi
i vispi ghirigori del suo assolo.

Si ferma. “Fiori… vedi come ti agiti?
Qualsiasi cosa non assomigli a te
la senti come un’offesa… Sempre a disagio
sei, sempre in guardia. Tutto sul serio, prendi.
Tendi il collo, mi guardi di traverso
come se l’universo fosse in pericolo.
Ma non lo senti che nemmeno
una frase, di quello che dico, è mia?
Dài, ti prendevo in giro! Un po’ di spirito,
di leggerezza, di ironia…
Figlio mio…
tu capisci soltanto abbasso e viva!

C’è veramente da meravigliarsi
che dopo tanti anni di fanfare,
di cori, di proclami, tu ti sia
messo in mente di scrivere.

Addirittura poesia…”

Il Conoscente (Marcos y Marcos, 2019)

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