Tutto era già pronto per il reading di poesie.
Nella Vineria, il vino rosso le arrossava il volto e
i discorsi s’intrecciavano tra le persone.
Lui si esibì per primo, ma uniformava i pensieri del pubblico con
i suoi versi e la voce tremante: la sua lettura era
un lento scorrere di tempo uguale.
Il Poeta si alternava a lui nell’esibizione.
Le labbra di lei erano evidentemente gonfie di tristezza.
Lui non scandiva i momenti e gli spettatori si distraevano e
ricominciava a diffondersi il vociare di frasi sconnesse.
Il Poeta aspettava, seduto, paziente, il suo turno tra
i frammenti dei discorsi che udiva.
Poi si alzò e diffuse il suono dei suoi versi nell’ambiente.
La sua presenza solida e la voce più
sicura riuscirono a zittire il pubblico insensibile.
Una ragazza, con i suoi occhi, se ne stava seduta nell’angolo,
senza mostrare segni di insofferenza e
sorseggiava distratta il vino, poi si alzò e
si appoggiò al muro per essere più concentrata.
Dolcemente, ancora una volta, la voce di lui cominciò la lettura,
soffocando le incertezze, per il finale.
Ma al ritorno era ubriaco e deluso sulle scale.
Diceva d’aver scritto un’altra poesia e
non la ricordava più, proprio ora che voleva recitarla!
-“Io ti tormenterò e tu mi amerai!”, disse, infine, socchiudendo
gli occhi dritto sul volto del passante inconsapevole.
Poeti italiani nati negli anno ’80 e ’90. Vol. 1 (Interno Poesia Editore, 2019)
Quando si scrive un racconto breve con una prosa poetica non si dovrebbe mettere degli “a capo” arbitrari tanto per “far finta” che sia una poesia. Il testo perde di credibilità