non era gioco la neve / né candore
il silenzio / rare e preziose le sere
che sola in casa facevo per me
tutta nuova una fede / resistere
per essermi degna / sul balcone
offrire nuda la pelle alla crosta
gelata / amarne gli aghi come prova
d’amore / la bocca aperta trasfonde
la vita / in un punto / uno solo / è
disgelo / la lingua quando sente
bagnato il sapore del legno non teme
le schegge / si cede e si tace / impegna
al segreto la comunione coi santi
Sì, proprio i Santi che, in genere, sono sempre e comunque misteri a se stessi ed agli altri. Una nuova dimensione, dunque, impalpabile e severa. Così la Nostra nel denudare la propria anima ( cristiana?) o psiche per il laico freudiano. Riflessioni rapide che portano seco il dubbio infernale della non certezza. Un rovello in secula seculorum. E codesto reiterato, coacervo intreccio fulminante nell”oggi e nel domani, chiede soltanto tregua, tregua, forse, prima dell’eventuale incontro ( sconrto?) col finito ( o infinito? ). Tutta qui, la faccenda, estrema sintesi di vite vissute, ma spesso non vissute, per via di visionarie visioni centellinate casualmente sulle mulattiere accidentate e piene di granito bugnato.
Molto piaciuta. Grazie.
Mi viene in mente una scena di adolescenza, una notte, quattro ragazzi su un’auto che sbanda per la neve, la neve che ha iniziato a scendere. L’auto si ferma sul ciglio della strada, i ragazzi scendono euforici, si abbracciano e si sentono in comunione con il momento. Forse a causa dell’alcool in corpo. O magari perché sono giovani. Questa poesia mi fa riflettere sul significato di resistenza e abbandono, fra ricerca di fede e spontanea comparsa.
Al penultimo verso, il verbo “impegna” penso si possa interpretare in diversi modi: dapprima l’avevo letto come prolungamento di volontà, poi come “offro il fatto di non esprimere con la parola, pur potendo averne la possibilità, tutto questo”; ora ne leggo anche una sfumatura di promessa: anche se il verbo è utilizzato al presente, la comunione potrebbe essere una promessa per il futuro.
Poetessa eccezionale. Si respira un qualcosa di aurorale.