Un cielo di gennaio
I miei capelli umidi, appena lavati
assomigliano alla pioggia delle Ande
ai rami dei salici negli inverni di ottobre
È tempo di siccità
ma i miei capelli sono il rifugio dell’umidità del muschio
Nel ricordo il pettine di madreperla della nonna
quando seduta nel cortile della casa
lucidava i suoi capelli al sole con acqua di camomilla.
Uno dei tanti rituali che avevano le nonne di prima
come leggere nei primi dodici giorni dell’anno il calendario dei raccolti
arieggiare i cuscini, tirare fuori dagli armadi la biancheria vecchia, far circolare le energie
o scuotere la polvere della casa con un fascio di rami delle sette erbe
per incoraggiare gli spiriti buoni ad abitarvi
I riti sono cambiati
Li sostituisce la routine
Il motore del mio asciugacapelli si è fuso
e al finestrone dell’undicesimo piano del monolocale dove vivo
non si affaccia nemmeno un briciolo di sole che voglia lasciare la sua traccia di bronzo
sui miei capelli umidi di landa
A terra, l’uccello dimentica di cantare (Raffaelli, 2017), traduzione di Emilio Coco
Poesia meravigliosa! Testo che comunica con dolcezza e nostalgia le contrapposizioni che ci allontanano dal passato; conduce il lettore a riflettere sulla natura delle routine di oggi che si sovrappongono alla calma placida d’un tempo, barattata con velocità venduta sotto forma di cibi precotti.
Erica, mi hai fatto venire in mente una freddura… prima della routine, c’era la riti-ine… mi è piaciuto molto ascoltare i riti per il nuovo anno della nonna, non sapevo nulla della lettura del calendario e del fascio di rami con le sette erbe; arieggiare cuscini e biancheria mi è più familiare… “far circolare le energie” mi ricorda di quando da bambino, volendo cambiare atmosfera nella stanza, muovevo orizzontalmente un quadernone a tutta velocità.
Che splendore! Una poesia calda, buona, come la pasta fatta in casa.