Luisa Fernanda Trujillo Amaya


Un cielo di gennaio
I miei capelli umidi, appena lavati
assomigliano alla pioggia delle Ande
ai rami dei salici negli inverni di ottobre
È tempo di siccità
ma i miei capelli sono il rifugio dell’umidità del muschio
Nel ricordo il pettine di madreperla della nonna
quando seduta nel cortile della casa
lucidava i suoi capelli al sole con acqua di camomilla.
Uno dei tanti rituali che avevano le nonne di prima
come leggere nei primi dodici giorni dell’anno il calendario dei raccolti
arieggiare i cuscini, tirare fuori dagli armadi la biancheria vecchia, far circolare le energie
o scuotere la polvere della casa con un fascio di rami delle sette erbe
per incoraggiare gli spiriti buoni ad abitarvi
I riti sono cambiati
Li sostituisce la routine
Il motore del mio asciugacapelli si è fuso
e al finestrone dell’undicesimo piano del monolocale dove vivo
non si affaccia nemmeno un briciolo di sole che voglia lasciare la sua traccia di bronzo
sui miei capelli umidi di landa

 

A terra, l’uccello dimentica di cantare (Raffaelli, 2017), traduzione di Emilio Coco

4 pensieri su “Luisa Fernanda Trujillo Amaya

  1. Poesia meravigliosa! Testo che comunica con dolcezza e nostalgia le contrapposizioni che ci allontanano dal passato; conduce il lettore a riflettere sulla natura delle routine di oggi che si sovrappongono alla calma placida d’un tempo, barattata con velocità venduta sotto forma di cibi precotti.

    • Erica, mi hai fatto venire in mente una freddura… prima della routine, c’era la riti-ine… mi è piaciuto molto ascoltare i riti per il nuovo anno della nonna, non sapevo nulla della lettura del calendario e del fascio di rami con le sette erbe; arieggiare cuscini e biancheria mi è più familiare… “far circolare le energie” mi ricorda di quando da bambino, volendo cambiare atmosfera nella stanza, muovevo orizzontalmente un quadernone a tutta velocità.

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