Quanto più puoi
Farla non puoi, la vita,
come vorresti? Almeno questo tenta
quanto più puoi: non la svilire troppo
nell’assiduo contatto della gente,
nell’assiduo gestire e nelle ciance.
Non la svilire a furia di recarla
così sovente in giro, e con l’esporla
alla dissennatezza quotidiana
di commerci e rapporti,
sin che diventi una straniera uggiosa.
53 poesie (Mondadori, 1996), traduzione di Filippo Maria Pontani
Magnifica!
Costantino Kavafis ammonisce l’uomo a non “ingaglioffirsi” per dirla con un’espressione machiavelliana. L’eccessiva frequentazione, l’eccessivo portarla in giro, tra persone che alimentano il basso vivere, che non praticano l’arte della conversazione ma la deprecabile consuetudine del parlare fine a se stesso, che si dedicano ad attività economiche nell’intento di far prevalere l’ideologia dell’avere e non dell’essere. Una fedele immagine del contesto contemporaneo venata di un serpeggiante pessimismo, quasi nella consapevolezza che gli ammonimenti del poeta debbano essere ascoltati da pochi e da altrettanto pochi messi in pratica.