Non lasciare deserta la terra dei ricordi
dentro quel buio fermentato di nostalgia
si accendono bagliori di compiutezza
come quando, nel perfetto silenzio dei monti,
la neve scricchiolava sotto i piedi
o in acqua, al largo di un intenso blu
estivo, nuotavi intorno alla barca con i tuoi,
o il giorno che lei è arrivata, nella stanza
della clinica colorata dal tramonto,
in quattro ci siamo sentiti completi.
Sei stata felice, e non lo sapevi
Inedito di Giovanna Rosadini
Foto di Dino Ignani
Mah?
Signora Rosadini, per chi la scrive la poesia? Per Lei, per chi La conosce? Non sempre parlando di sé e dei suoi casi il poeta diventa automaticamente anche universale. Forse Lei non vuole esserlo? Ma forse sono io che non colgo…
Gentile Sergio, scrivo per necessità e quindi in prima battuta per me, con l’auspicio, siccome i sentimenti umani sono universali, di arrivare a toccare chi mi legge, cosa che, peraltro, la critica, come le realtà editoriali che mi hanno pubblicata, mi riconoscono, e anche i molti lettori che mi scrivono, uno proprio stamattina su questa stessa poesia. Non si può piacere a tutti, evidentemente.