Bertolt Brecht

A causa del crescente disordine

Unicamente a causa del crescente disordine
che c’è nelle nostre città piene di lotta di classe,
in questi anni qualcuno di noi ha deciso
di smettere le chiacchiere sulle città di mare,
sulla neve dei tetti, donne, odore
di mele mature in cantina
e sensazioni della carne, di tutto
ciò che fa l’uomo completo ed umano;
ma di parlare soltanto del disordine,
dunque diventare unilaterali, aridi,
irretiti in affari politici
e nell’asciutto “indegno” vocabolario
dell’economia dialettica.
Acciocché questo tremendo affollato convegno
di nevicate (sì, lo sappiamo,
la neve non è soltanto fredda),
sfruttamento, carne sedotta
e giustizia di classe non ci conduca
ad accettar la vita e il mondo
nelle tante diverse
e sanguinose loro contraddizioni.
Voi mi capite.

 

Poesie inedite sull’amore. Poesie politice e varie (Garzanti, 1986)

2 pensieri su “Bertolt Brecht

  1. “A causa del crescente disordine” l’uomo rischia di perdere sé stesso.
    A causa della dimenticanza per ciò che rende davvero unico l’essere umano, per ciò che appartiene al suo più profondo sentire, per ciò che non sia soltanto arido e burocratico ipotecare l’invischiarsi dell’esistenza in questioni che fanno della prassi, degli affari politici, della tecno o economo-crazia il centro, l’humanitas viene obliterata.
    Bertolt Brecht sembra voler ammonire il lettore in questa direzione, affinché non sia refrattario, affinché non sia cieco, unilaterale, abbrutito dalla corsa al raggiungimento di una fallace neo-positivista età dell’oro, smentita più volte dai corsi e ricorsi storici.
    L’ammonimento assume anche un risvolto più drammatico affinché l’uomo non vengano accettate la violenza, la sopraffazione, il male, forse insito nell’essere vivente, come condizione ineludibile.
    L’assuefazione all’indifferenza come premessa per la creazione delle più drammatiche aberrazioni umane.

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