La mente la devi spingere, è questo quello
La mente la devi spingere, è questo quello
che devi fare, la devi spingere avanti
fino a coprire tutte le galassie
tutta la materia oscura e l’energia oscura,
devi spingerla e spingerla, sempre più lontano
fino all’ultimo atomo della totalità dell’essere,
non devi lasciare niente, neanche un atomo, ricordati,
anche le cose che non sappiamo, che non conosciamo
anche quelle che non ci immaginiamo, anche quelle devi metterle
(lo so che è strano, ma devi fare così)
ed ecco comincerai a sentire una forza,
un’energia che penetra nel tuo corpo
da dentro. Questo è lo strano,
che non viene da fuori, come ci si aspetterebbe,
ma viene da dentro
come se – capisco che ti puoi stupire –
l’intero universo fosse dentro di te
ma tu non ci pensare, lasciala venire
e spandersi per bene in tutto il tuo corpo,
e poi goditi la sorpresa
di essere sfuggito (lo so che è strano) alla morte.
Inedito di Claudio Damiani
Foto di Dino Ignani
Macrocosmo e microcosmo, dilemma attuale, ma antico allo stesso tempo. Inutile perdere energie nell’Universo teso all’infinito: troppo complicato in quanto occorrono nuove, specifiche teorie da verificare pian piano, di generazione in generazione. Lo sguardo per conoscere il nodo centrale onde dare un senso alla vita fino ad accettarne la morte biologica, è quello di guardare, speculare, frammentare lo specifico, soggettivo microcosmo dentro di noi. Così, e non a torto, ci stimola il Nostro a fare durante lo stretto spazio-tempo del fulmineo percorso terreno riservato a ciascuno di noi. Una via di uscita che ci ricorda il ” Cerca una maglia rotta nella rete/ che ci stringe, tu balza fuori,, fuggi! ” di montaliana memoria, correlata, ovviamente, alla scoperta, freudiana, dell’inconscio. Teniamola nella dovuta considerazione, se possibile.
Il discorso di Ermete Trismegisto a suo figlio Tat sul cratere. Va be’