Più necessario della notte
Più necessario della notte, ascolti
godendo la mia pena.
Sola come le rocce che tranquille
emergono dai flutti, io prego il mare
delle tue labbra di placarmi. È giorno
senza bellezza o grido. Tu potresti
mutarmi in onda, se volessi, tu
se t’accostassi a cingermi. Reclino
il capo immaginando, ed ardo e tremo.
Come non torni? Come non ti accoglie
questo richiamo di fanciulla? Dove
trovare la pietà, se tu che dolce
sei come il vento, non mi sfiori? Assorto,
vociferando mitemente il mare
mi lambe, e io penso le tue mani, e gemo.
La luna che trascorre (Empiria, 1998)
un urlo sommesso, una ferita che non sanguina e brucia verso l’interno, invadendo l’anima con gli spasimi (molto greci, si sente Saffo) ed i gemiti del mare interiore.
gelida roccia che pulsa di magma sotto la crosta.
L’ho conosciuta e apprezzata tanto come scrittrice.Questa sua poesia invece mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta per l’intensa passione e tutta la sofferente attesa che traspare da ogni verso.
Sensualmente accativante