Pierre Reverdy


Colui che attende

E davvero l’autunno che ritorna
e si inizia a cantare
Ma nessuno
ci tiene
più di me
io sarò l’ultimo
Ma non è così triste
come avevano detto
questa stagione pallida
Un po’ più di malinconia
Per darvi ragione

Il fumo interroga
Sarà lui oppure tu
a tesserne l’elogio
prima che arrivi il freddo
E aspetto
L’ultima luce
che sale nella notte
Ma la terra discende
E non tutto è finito
Un’ala la sostiene
Per tutto questo tempo
In fin dei conti io verrò con te
A chiudere la porta
Se tira troppo vento

 

La maggior parte del tempo (Guanda, 1966) a cura di Franco Cavallo

Un pensiero su “Pierre Reverdy

  1. Grande, grande leggerezza di scrittura in versi del Nostro ed è meraviglia, poi, quando tutto questo, nella spontanea riflessione,scopre inevitabilmente certe profondità d’un pensiero recondito, appena appena accennato. Di qui passiamo alla vera pagina scritta che tanti misteri trattiene, ma che – in filigrana – ci delinea pure con chiarezza. Forse l’idea,di platonica memoria,incorruttibile ed a tutto tondo, nobile clarità in esprimendo. Espressione visionariamente equilibrata quindi del tutto godibile al lettore attento.

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