Yamaguchi Seishi


悲しさの極みに誰か枯木折る
kanashisa no kiwami ni tare ka kareki oru

al culmine del dolore
qualcuno spezza
un ramo appassito

da Haiku kenkyū, Volume 44, 1977, p. 77

*

海に出て木枯帰るところなし
umi ni dete kogarashi kaeru tokoro nashi

giunto al mare
il vento gelido non può
tornare a casa

da Haiku nyūmon, 1971, p. 237

*

一人行く女の旅や閑古鳥
hitori yuku on’na no tabi ya kankodori

il viaggio solitario
di una donna –
cuculo

da Gendai haiku sajiki, Vol, 2, 1973, p. 129

*

風雪に満州黄旗白く褪せぬ
fūsetsu ni manshūki hata shiroku asenu

nella tormenta
la bandiera della Manciuria
scolorita di bianco

da Bunrui Seishi kushū, 1979, p. 234

*

塹壕は浅くことしの草も枯れぬ
zangō wa asaku kotoshi no kusa mo karenu

trincea angusta –
anche quest’anno l’erba
appassisce

da Yamaguchi Seishi to koten, 1989, p. 59

 

© Traduzione in italiano di Luca Cenisi

7 pensieri su “Yamaguchi Seishi

  1. Apprezzo molto queste composizioni. Nella letteratura giapponese contemporanea sono definite Haiku? Mi interessa perché io stessa amo comporre brevi poesie 5-7-5. Premetto che sono consapevole del fatto che quelli scritti nella nostra lingua veri haiku non saranno mai, a causa della profonda differenza fra il nostro metodo di scrittura sillabico e quello giapponese che, grazie ai Kanji, permette di esprimere in modo sintetico concetti complessi. Tuttavia, cercando di ricreare un’atmosfera semplice e riflessiva, una vera attitudine meditativa, almeno spiritualmente possiamo cercare una vicinanza ideale con questo genere letterario? In caso affermativo,, potrebbe essere lecito chiamare Haiku soltanto composizioni che, oltre a rispettare la metrica, contengano il Kigo o il riferimento temporale non è strettamente necessario? Quando un componimento contemporaneo può definirsi Haiku? Infinite grazie per l’attenzione, spero in una risposta…
    Silvia Cavalieri

    • Cara Silvia, senz’altro le opere qui presentate possono essere definite haiku.
      Yamaguchi Seishi è stata una figura di spicco nel panorama letterario giapponese; allievo di Takahama Kyoshi (1874-1959), è una delle “Quattro grandi S” del gruppo Hototogisu. Ha preso parte attiva al movimento del c.d. “shinkō haiku undō” (“nuovo haiku emergente”), che proponeva un rinnovamento del genere e la sua modernizzazione.
      Certo, vi sono sostanziali differenze culturali e linguistiche tra noi e il Giappone: noi stimiamo la lunghezza di un verso in sillabe (metriche od ortografiche), loro in “on” (“suoni”, anche detti morae), che hanno sempre la medesima estensione fonetica. Loro usano i “kireji” (“caratteri che tagliano”) come elemento di stacco, noi dobbiamo giocoforza ricorrere alla punteggiatura. In Giappone i “kigo” (“parole della stagione”) non sono meri riferimenti temporali (“toki”), ma hanno uno spessore e un significato socio-culturale decisamente più profondo, che converge nel concetto di “hon’i” o “spirito originario”, laddove parlare ad esempio dei “fiori di ciliegio” non significa semplicemente richiamare la primavera, ma tutta la storia che questo fiore porta con sé, compreso il loro utilizzo come strumento propagandistico durante la Seconda Guerra Mondiale (quando, cioè, il Governo spingeva i kamikaze a gettarsi contro le navi nemiche “cadendo come petali di ciliegio”), ma gli esempi sono molto più numerosi (ad esempio, legati a termini od espressioni come “harusame” o “ama no gawa”, rispettivamente “piogge primaverili” e “Via Lattea”).
      Un buon haiku, anche italiano deve tuttavia possedere alcune caratteristiche che vanno oltre la mera presenza di kigo, kireji e schema 5-7-5; occorre ade esempio che il componimento evochi determinate suggestioni legate al presente dello haijin ma senza farne diretta menzione, occorre che vi sia un’interazione profonda e sottile con la realtà circostante (naturalistica, ma in senso ampio), e che ci si allinei all’estetica di questo genere poetico, che rimanda a concetti come “sabi” (“bellezza sobria e patinata”), “yūgen” (“profondità e mistero”) “mono no aware” (lasciarsi “attraversare dalle cose del mondo”), ecc.
      Resta tuttavia mia ferma convinzione che lo haiku in Italia stia crescendo in maniera decisamente importante e rilevante, maturando ad un livello che ha portato di fatto diversi autori ad imporsi anche nel panorama internazionale (ad esempio, all’interno di riviste e in concorsi letterari).
      Se hai piacere di approfondire ulteriormente alcuni aspetti, contattami pure privatamente tramite il mio sito!
      Un caro saluto, Luca Cenisi

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