Erano quindi (ormai è chiaro) larve,
erano quelle. Bianche, indisponibile
lavorìo delle zanne, di mandibole.
Ora nel bolo pallido sarebbe
sangue e inchiostro e il momento
per qualche aggiornamento intorno al teschio,
per una deviazione attorno al teschio.
Perché, pur troppo avide di carne
queste larve, le pavide,
non sono brave a masticarlo
il tempo.
Don Giovanni all’ossario (Anterem, 2016)
Mi legge nel teschio.