al pittore Giorgio Morandi
“Paesaggio 1926”
La casa alta ferma nel tempo
È la mia casa – la mia casa morta,
È la mia casa senza memoria
Senza finestre, senza porta.
Non c’è nessuno dentro.
E io non sono mai stata
Oltre quel muro
Che forse non ha seguito nemmeno –
E forse è solo un muro senza casa
È una ferita che si dilata
Nella memoria.
Tristezza – fammi piangere!
(io vorrei ritornare)
Vorrei con le mani tremanti
Toccare quella casa, quel muro,
Chiamare con voce serena
Un’immagine alla finestra
Un frammento di luce
Una mano sensibile
Che passando mi percuota
La corda del sentimento
Che più non vibra.
Cerco una porta
Un’antichissima porta
Che in altri tempi esisteva.
Nella sera in nita
Che oscilla eternamente
Sulla casa e non discende –
Ti ho perduto adolescenza.
Ma se notte di cielo non viene,
Se non chiudo questi occhi neri,
Se non precipito nel sonno –
Voglio perdere nel mio grido
Anche questa giovinezza.
Non ho nemmeno un filo
Di tristezza da legare
A un ricordo.
Ho camminato nel mondo con l’anima aperta (Solferino, 2018), a cura di Maria Grazia Calandrone
I versi della poesia paesaggio 1926 di Nella Nobili prendo una strofa “E forse è solo un muro senza casa è una ferita che si dilata nella memoria ” Questi versi entrano nel mio cuore e nella mia casa come fantasmi di ombre che mi legano a quella voce quei litigi dipinti da muri neri ma nello stesso tempo si sciolgono come una treccia dell’infanzia e della giovinezza che non esiste più. Anche se le ferite di quella casa si sono rimarginate ti lasciano il segno tra malinconia e sogno ormai perduti nel tempo. Questo mi fa ricordare questa poesia ma un ricordo sbiadito e felicemente lontano. ” Non ho nemmeno un filo di tristezza da legare” Fuori da questo inciso personale, la poesia di Nella Nobile vedo frammenti di luce e
ritagli di un giornale di casa escono fuori da un sentimento che senza alcuna emozione se ne va diluito nel tempo. Queste sono le mie sensazioni che possono essere sbagliate ma di un fatto sono sicuro che questa poesia a smosso il mio intimo in una bellissima emozione. Lino Ullo “Centro studi della poesia internazionale dei popoli “