Giorgio Caproni


Ora il tuo viso ha spazio
per rompere il marmo di maggio
sulla mia fronte – e uno strazio
di sangue dal mio lignaggio
etrusco non può frenare,
alzata la capigliatura.

Per questo tu la tortura
di non vederti m’imponi
con mente ferma – deponi
ogni certezza sul bianco
delle tue orecchie scoperte,
sulle tue labbra più certe
prive d’umane finzioni.

 

Tutte le poesie (Garzanti, 2016)

© Foto di Dino Ignani

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