Indosso e calzo ogni mattina forzando, come avessi sempre un altro numero, un’altra taglia. Cresco ancora nel buio, come una pianta che beve dal nero della terra. Per vestirsi bisogna perdere i rami allungati nel sonno, le foglie più tenere aperte. Puoi sentirle cadere a un tratto come per un inverno improvviso. Nello stesso istante perdi anche la coda e le ali che avevi. Da qualche parte del corpo lo senti. Non sanguini, è una privazione a cui ti hanno abituato. Non resta che cercare il tuo abito. Scivolare come un raggio, fino al calare della luce.
Libretto di transito (Amos, 2018)
© Foto di Vito Panico
meravigliosa.
forte e incisiva la tecnica espressiva è di valido supporto alle sensazioni che tende a generare e alle emozioni che produce nel lettore.
Poesia eccellente, davvero complimenti