cercammo il Nord per orientare
la gola alla sassaia delle stelle
e raccontare nel petto una migrazione
alle sule – gli iceberg sono
i multipli della nostra speranza –
riparammo tra i taciturni quando
era monumentale l’inverno
«i cavalli sprigionano con un nitrito
l’identità dei nativi –
fu sufficiente correre per dimenticare
una famiglia e i suoi fiumi» è scritto
la didascalia dell’alba inclinò
la casa come un veliero ma è solo
ricamo del vetro e metallurgia emotiva
l’astio con cui incunei i figli
nell’enclave delle lenzuola –
c’è chi pensa che Antartide possa
realizzarsi in una tazza –
Abbecedario antartico (Raffaelli, 2017)
© Foto di Simone Casetta
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