Disattenzione
Ieri mi sono comportata male nel cosmo.
Ho passato tutto il giorno senza fare domanda,
senza stupirmi di niente.
Ho svolto attività quotidiane,
come se ciò fosse tutto il dovuto.
Inspirazione, espirazione, un passo dopo l’altro, incombenze,
ma senza un pensiero che andasse più in là
dell’uscire di casa e del tornarmene a casa.
Il mondo avrebbe potuto essere preso per un mondo folle,
e io l’ho preso solo per uso ordinario.
Nessun come e perché –
e da dove è saltato fuori uno così –
e a che gli servono tanti dettagli in movimento.
Ero come un chiodo piantato troppo in superficie nel muro
(e qui un paragone che mi è mancato).
Uno dopo l’altro avvenivano cambiamenti
perfino nell’ambito ristretto d’un batter d’occhio.
Su un tavolo più giovane da una mano d’un giorno più giovane
il pane di ieri era tagliato diversamente.
Le nuvole erano come non mai e la pioggia era come non mai,
poiché dopotutto cadeva con gocce diverse.
La terra girava intorno al proprio asse,
ma già in uno spazio lasciato per sempre.
È durato 24 ore buone.
1440 minuti di occasioni.
86.400 secondi in visione.
Il savoir-vivre cosmico,
benché taccia sul nostro conto,
tuttavia esige qualcosa da noi:
un po’ di attenzione, qualche frase di Pascal
e una partecipazione stupita a questo gioco
con regole ignote.
Due punti (Adelphi, 2006), trad. it. Pietro Marchesani
Post originale del 6 novembre 2014
Grazie, gran bell’inizio di giornata!
Grazie a te!
Bellissimo e vero.
Remind me – patrice rushen
Già! Grazie per il passaggio!
questa donna io l’adoro!
mi aggrego a questo sentimento 🙂
Che parole vere. Vivere senza stupore… è come non vivere. Me lo devo ricordare!
F.
Quanto mi piace questa poetessa!
L’ho sempre amata, sin dalla prima lettura. Le ho dedicato questo post: http://lucamaggio.wordpress.com/2012/07/09/il-ridicolo-di-scrivere-poesie-wislawa-szymborska-1923-2012/
L’ha ribloggato su Natural_mentee ha commentato:
MI permetto di ribloggare questa splendida poesia che ha molto da insegnarci sulla nostra disattenzione di ordinaria follia.
Stupendo
Vivere senza “accorgersi” di vivere è come non vivere. Basta un niente per giustificare un’intera giornata: la forma di una nuvola, un tramonto, un sorriso… lirica molto intensa.
Che meraviglia!
ecco cosa ci manca ormai, lo stupore, la meraviglia di fronte a quanto ci circonda e ciò che avviene in noi. Insomma del come e del perché del panta rei. E, se appena appena lo facciamo, entriamo in crisi immediatamente.
Spesso si incombe nell’ arte dello scontato.
Molto bella questa.
Un sorriso
Chiara
Bellissima poesia. Ho qualche dubbio su come interpretate il riferimento a Pascal. Suggerimenti?