Alessandro Niero


Ascendo per passeggio quotidiano
dentro uno spazio brullo
che l’assenza di neve ha sconciato oltremodo lasciando
la carne viva, la molesta nudità.
Per poco, sul monte che imbruna,
come stecco ambulante risalto provvisto
di pallida luce vestiaria
che mi sagoma appena nel grigio dell’enorme androne.
Il buio intanto
innesca un tu per tu con ogni asprezza,
stringe d’assedio,
stinge e s’insedia,
inietta il liquido di cui è fatto,
confonde il mondo dei colori:
ocra calante e verde tumefatto
smarriscono gli estremi lineamenti. E io con loro.
Potrei accendere una pila,
raggranellare un quadretto di luce a tempo,
ovviare all’incantesimo che monta…
Ma si gonfia il silenzio.
E il monte si stonda lassù invitando a un pendio.
Il pendio prospetta
qualcosa che ignoro, ma c’è.
E mi aspetta.

 

© Inedito da Alessandro Niero

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