Francesco Filia


L’ordine delle strade e dei visi, è questo
che ci farà impazzire: come riconoscere
la regola degli elementi, la logica di un gesto
di un assioma calato come mannaia
su pensieri divenuti passi sospesi
eco dell’asfalto. Ecco i miei occhi
sbarrati nel vuoto, spalle al muro.

 

*

 

S’incontrano caso e destino
in un dettaglio fuori posto. Lo vedi
nell’apice di ogni cosa:
nel camminare lento di un passante
nell’arrendersi di uno sguardo
al suo riflesso
nel persistere di una mano protesa
verso il baratro. Si scontrano
ci tendono ci spezzano si mostrano
eterni e senza volto.

 

© Inediti da L’ora stabilita

6 pensieri su “Francesco Filia

  1. Se avesse una logica attribuire un colore a una poesia, ovvero a uno scritto in generale, a questa assocerei un grigio venato di luce perchè nel cupo fatalismo che la connota s’intravede il flusso di un ottimismo in divenire, ancora muto, ma larvatamente attivo in quella mano protesa verso un baratro futurista o futuribile. Molto apprezzata.

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