Il paese delle cose amate
tenue, che non traballa
ai colpi di vento
o di tosse. È un futuro
di mese in mese,
giorno che discopre
ciò che la notte solleva.
*
Steso sul divano
arreso – il divano
non lui – al peso
di quel corpo
mitico indifeso
vilipeso
ai baci.
*
Vedo tutto farsi aria
aria le mani, le dita
aria le carezze
il bosco, il recinto
regni intoccabili
in cui chiudi i pensieri
e ne fai rami appesi
al vento delle soglie.
*
Quale sarà mai l’alfabeto
delle carezze? Cosa possono
sanno dire le mani
aperte o semichiuse
sul diario della carne,
sulla copertina della pelle?