Giorgio Barberi Squarotti

squarotti interno poesia
Settembre, luna

Quando piena è la luna di settembre
e più limpido è il cielo, senza afose
foschie e le lunghe pigrizie del sole
che indugia su ogni collina e paese
per oziosa curiosità, decise
di salire alla cima di Monforte
e ammirare l’eternità del mondo
per una volta almeno: oh la luce
ferma, sicura, nel silenzio, e ogni
casa e montagna e albero e fiume e tremito
di stelle e vento intatto ed immutabile,
e come in una fotografia sbiancati
i pochi corpi che giù in piazza indugiano
o abbracciati rimangono alla porta
delle stanze del tempo! A lungo guarda,
poi, stanco, scende, inciampa nelle pietre
irte e rozze, ahi! è subito l’ombra
fonda perché rapidamente l’astro
di luce è sceso al di là di cirri irti,
e sente il soffio dell’abisso, oltre
il piede incerto, cerca con la mano
un appoggio, e non c’è che sulla terra
molle una mela marcia, un filamento
bavoso, più vicino ancora un corpo
sdraiato, fresco e un gemito perduto.

 

Le ancelle della regina Mab (Fermenti, 2016)

© Foto di Gugliemina Otter

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