Salvezze
Ci siamo fatti sordi alle lapidazioni, alle ragioni degli oppressi.
Ovunque ci nascondiamo, tra fessure d’indecenza o
in un pugno,
le madri ci cercano sgranando rosari, i padri attendono
in usci di cemento, succhiando sigari e contando i giorni.
Avere la costanza del treno regionale
che parte
alla stessa ora, negli occhi la carezza del ricordo,
non sempre aiuta a mantenersi retti
in una sola direzione.
Siamo fatti di solchi e rovi e la paura non nutre
il nido: lo sfiora lo smembra lo preme
piano su pelle lama di spada.
Lo snoda e non sa il sangue che ne sgorga.
La salvezza ce la litighiamo all’alba tra le coperte, abbiamo cieli e
terrori nella testa, memorie rafferme sulle mani. L’orizzonte non ci contiene, ci taglia.
Lo hai mai chiesto al cecchino dove ama nascondersi prima di colpire?
© Inedito di Verusca Costenaro
mi piace molto la costanza del treno regionale, che elimina le altre urgenze, brava Verusca, complimenti!
Complimenti, stupenda.
Ciao e complimenti! Ti ho taggato in questo post http://romymc.com/2017/03/2835/ è un Premio Virtuale, un riconoscimento tra blogger. ?
Brava zia Veru