ho messo le parentesi invano
al tempo, sillabe ho deposto.
Ci aspettano inverni che la mano
cancella, bandiere che non conosco.
Strappi, violenze che s’inscrivono
in un triste confronto, chiaro, losco.
Burattini di un ordine vano
luminoso nel cemento/bosco.
Vago scongiurare ciò che diviene
legge costante infarinata a dolore,
acido di palpebre che intride
la parola infranta nelle vene.
Dalla parola nasce il furore
che assapora il verso, e decide.
© Inedito di Alessandra Pellizzari
Troppo facile piagnucolare sul non fatto o sul non vissuto, il coraggio è il cuore messo a nudo nei fuochi della Commune…