Biagio Lieti

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Mi dico che è solo un altro tempo nascosto,
un andamento ripreso dal sottosuolo. L’indizio che segue
non è più così vivo. L’ora che lampeggia nel display
accorcia di un niente il buio, complica alcune prove scontate:
come sembrano le linee del letto, il pentagono inarcato di sporcizia
tra le gambe della sedia. Mi scopre fermo la pausa incisa
nel rapido calore dei led, la presa accanto alla scarpiera
ha ripreso a funzionare con un forte vento. È la traccia che sfugge di ciò
che può esistere senza movimenti. Confusa la posizione dei nomi.

 

Non trasmettono più le ore (Spagine, 2014)

© Foto di Savino Carbone

Un pensiero su “Biagio Lieti

  1. La contemporaneità della poesia è
    questa: l’inutilità del nostro sguardo e degli oggetti tutti!
    In sottofondo solo il “calore dei led”. Tutto pare sovrapesposto,sporco.
    La percezione, quella poetica, é attratta dalla stasi.”Mi scopre fermo
    la pausa incisa”. La parola singola,la salvezza: “Confusa la posizione dei nomi.

    Colpito, ammaliato.

    (Grazie Interno Poesia, grazie
    Biagio Lieti)
    Mauro Pierno.

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