Stanco della vita, io? Non scherziamo.
Ma se me la mangio con gli occhi, ancora,
tutte le sue insegne,se non c’è amo
al quale non abbocchi! Semmai è ora
d’accennare, questo sì, a qualche addio,
cominciare a spegnere le candele
e chiudere gli spartiti, un leggio
per volta fino all’ultimo, al più fedele
degli strumenti… Quale? La memoria
sussurra i due violini, il cuore un flauto
o il tuo silenzio – ma io so che una storia
si fa da sola, e che è empio o almeno incauto
scriversi il finale. Basti l’atroce
strozzarsi in gola, vero, della voce.
da Quare tristis (Mondadori, 1998)
© Foto di Carla Cerati