L’esercizio di stile non è sempre
le indolori, esitanti limature per cavarne
la vampa, il diapason, l’orgasmo;
la grazia di quel dono va trovata
nella franca bellezza del chiarore;
vana è l’idea che un artificio basti
per nutrire un pensiero bisognoso
del lampo che mancava al suo incendio.
Parola è la normalità che si fa rara
quando il suo poco ha l’arte di mostrare
che anche un’ombra fortifica la luce,
e metterla alla prova non vuol dire
scrivere occaso invece di tramonto.
La parola sa come prendere tempo,
non appare e dilegua tra le dita
dell’illusionista.
L’infinito istante (Mondadori, 2012)
© Foto di Dino Ignani
L’ha ribloggato su Amarantoe ha commentato:
La luce dell’imperfezione
semplicemente fantastico.