Spersi gli anni antelucani
nell’iride agemina, mostravi
il palmo della mano dinnanzi
al mare per il quale tremi.
Tutte le monadi in seduta
plenaria nel punto esatto
di minima distanza inspirai
espirai il maestrale
delle tue orbite gaudiose
fini di materia trina.
Senza il mio nome (Campanotto, 2015)