Serie d’osservazioni. Angolo caldo.
Lo sguardo lascia una scia sulle cose.
L’acqua si ripropone come vetro.
L’uomo è mostruoso più del proprio scheletro.
Sera con vino rosso in nessun posto.
Una veranda assalita dai salici.
Appoggiandosi al gomito riposa il corpo
come morena fuori dal ghiacciaio.
Fra un millennio un fossile bivalve estrarranno
da questa tenda, e rivelerà fra le nappe
l’impronta di due labbra che non hanno
nessuno a cui augurare “Buona notte”.
Poesie (Adelphi, 1986), a cura di G. Buttafava
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Una grande amarezza … il senso della solitudine ti attanaglia lo stomaco nel leggere … una emozione unica. Veramente molto, molto bella. Grazie. 🙂