Paolo Polvani

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Il confine del vento

Questa campagna esatta e laboriosa tenere tra le braccia,
masticarla piano, assaporare tra i denti una gioia
assoluta e senza credi, diventare lo sguardo fisso delle vigne,
essere i sentieri che corrono a perdifiato tra gli ulivi, vene
che ingurgitano i verbi della luce, la grammatica breve
degli insetti, le vite infinite e sconosciute, le chiome
nebulose dove si frange il volo della gazza, le aperte
geometrie, se potessi questa terra ingoiarla, digerirne
le masserie lucide di calce e di silenzi, essere il brusio
delle finestre, il richiamo misterioso dei pozzi, se potessi
essere la memoria di tutti i fili d’erba, essere io lo sguardo
il suono, il confine del vento.

 

© Inedito di Paolo Polvani

© Foto di Riccardo Filograsso

18 pensieri su “Paolo Polvani

  1. La Puglia di Paolo Polvani viene cantata con un’ apparente naturalezza che deriva però da un sapiente lavoro sulla lingua e sul ritmo e da una totale consapevolezza stilistica e tematica; il risultato è che questi versi affascinano e commuovono, richiedono di venir letti e riletti per rinnovare la gioia che da essi nasce e si spande.

  2. come in ogni autentica poesia c’è anche qui una verità, ci conquista con le sue immagini inedite e sapienti. E’ come se il poeta ci dicesse: ‘hai mai pensato che…?’ e le sue domande sono l’esito felice di un paziente lavoro sul verso. Grazie Paolo della bellezza che ci regali.

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