P come poesia
Non ha pace questa poesia
una parola ora la metto
dopo non la metto
L’articolo è un impiccio
deve quadrare tra il
determinativo e
l’indeterminativo
E non parlo degli aggettivi
TUTTI IN OMISSIS
Come scansare la grammatica
salvarsi da quei
due punti
due professori che la vogliono spiegare
Andare a capo
è solo un’avventura
una infiammazione
non si sa da dove cominciare
Nel foglio bianco
non si sa cosa si tocca
una fantasia
un altro nulla da dire
Assisto anche
alle cadute delle virgole
al panico del punto
fermo
E le maiuscole
una vera neo
magalomania
I verbi poi
solo quelli che fanno movimento
gli immobili piacciono tanto
ai pittori
E niente trapassati remoti
che portano false notizie
falsa testimonianza
I titoli scompaiono
perché il mondo vivo
è pericoloso
Poi siamo alle parole grosse
Amigdala-Insula
Corteccia pre-frontale
la triade che fa di me
un narcisista
Parlano così solo gli scienziati
Come si sta scomodi
dentro le parentesi
quando si falsificano le cose
e nelle quadre
che nascondono le tonde
Un falso dentro un falso
L’asterisco è un segno
divino
È nelle stelle
è come una preghiera
Una parabola la chiocciola
una spirale @ antropologica
Lo slash è come una parola finta
straniera la sua trama
È solo la sbarretta che comanda
che il divide il tempo
in giorno mese anno
Le lineette non assumono
nessuna responsabilità
in diretta
fanno parlare gli altri
I trattini
sono per le parole in più
per quelle che voglio togliere il disturbo
al girotondo della lingua
Gli esclamativi sono esagerati
si fanno male
e fanno male
anche alla digestione
Davanti ai punti interrogativi
c’è da fermarsi e
aspettare
tutti
la sentenza
Il punto e virgola
non si decide
tra due poli
tra due filosofie
I tre punti di reticenza
tre illusionisti
non sanno quello che
fare immaginare
Nelle lungaggini ancora
ritornano
mi cercano le virgole
Non si capisce più niente
nelle parole
La mia difesa è
dai sostantivi che cercano
troppi aggettivi
E gli aggettivi giudicano
fanno sempre la spia
Non si dimenticano di niente
gli spazi bianchi
neanche di quello che non si vuole dire
Io mi fermo a metà con il cancelletto
per non restare sola
è un debito di ossigeno
un’altra possibilità di sopravvivenza
Ora basta continuare
Lungo i margini accosto
gli apostrofi
Se è un dettato
le virgolette
quando piange tanto
Se è un copiato
i quattro accenti
li metto al compagno
p.s.
Domani due agosto duemilaquattordici
te la leggo così ridiamo insieme
Domani due agosto duemilaquattordici
La costruzione della poesia
Nomi di cosa-Nomi di persona (Marsilio, 2015)
L’ha ribloggato su creativitàpuntozeroe ha commentato:
Dedicata ai miei alunni…
Loro sanno perché
?❤?
Chapeau. Tanto di cappello.
Sheraconunabbraccio ???
Geniale