Sereno
Sarà un tempo sereno, un tempo da inni.
Con un sol gesto l’aria fenderò,
pronuncerò solo parole immacolate.
Dirò “cielo”, “fonte”, dirò “sole”
e “lacrima” e “musica”, “immunità”.
Sarà il tempo in cui il mio ricordo
non sarà sfiorato da eco di massacri
ma da aliti soavi di poesia
ché a volte anche il sangue alita.
Di tutto quel che un tempo era promiscuo
conservo solo il sacro e mossa al perdono
loderò i contrasti perdonanti.
Dirò “cielo” e “sole” ma anche “musica”
e sarà “sole”, “musica” e “cielo”
intorno a me e intorno al mondo.
Le vocali assumeranno, naturali, la loro gloriosa aureola.
E verrà il tempo sonoro, scintillante,
un tempo solenne e puro, un tempo da inni
e verrà un giorno il tempo! Oh se verrà!
C’è modo e modo di sparire. Poesie 1945-2007 (Adelphi, 2013), trad. it. A. N. Bernacchia, O. Fatica
Mi interessa molto l’opinione degli altri blogger che hanno apprezzato il componimento, perché mi trovo incapace di emozionarmi di fronte a ció che mi sembra solo un esempio di uso capace, magari anche sublime, del linguaggio, ma assai povero di contenuti (sarebbe la gioia assoluta ciò che esprime? è una comunione con la natura? o un incontro con se stessi? con gli inni si vuole rendere grazie a qualcosa?). Cosa vi é piaciuto qui?
Ci vuole tempo e perizia per imparare a usare parole semplici che non devono essere guardate con sospetto. Detto questo le poesie non devono, non vogliono piacere a tutti. E poi, questo inno della Cassian che non conoscevo è così candidamente inattuale e inatteso che a leggerlo mi ha fatto bene. E (per me) non è poco.
A me a fatto pensare ad un tempo passato, forse l’ultima guerra con i suoi massacri e genocidi e alla speranza che si coltiva nel cuore e nella mente in attesa che tutto passi, che scorra via per poter continuare a vivere.
L’ha ribloggato su l'eta' della innocenza.