Entrando nella selva fui preso da un pensiero:
c’era una relazione tra le forme degli alberi
e te, anche gli odori, l’aria fine del bosco,
quell’ombra umida e fresca
e quei ronzii, quei suoni come fossero i respiri
degli alberi. Anche mi pareva
che il modo che avevano gli alberi di correre
e di venirmi incontro salutandomi contenti
assomigliasse ai tuoi moti,
che ci fosse una relazione col modo
di originarsi, in te, del movimento.
I baci poi sulle foglie assomigliavano ai baci
sulle tue guance, e ai tuoi occhi sorridenti
assomigliavano le loro palpebre semichiuse nell’ombra.
Il fatto che ci fosse una relazione
tra te irraggiungibile, eterea
e loro così quieti e vicini
– cui potevo stare accanto stando in piedi,
o seduto, e toccare i loro tronchi –
era una cosa che mi sembrava incredibile.
© Inedito di Claudio Damiani da Endimione
Splendida osmosi degli impalpabili moti di natura e amore umano che Claudio Damiani riesce , con flusso spontaneo e trascinante, trasporre in poesia, rivelandone la meravigliosa specularità.
Annamaria Ferramosca