Poiché sappiamo cosa avverrà
sulla retta aspettiamo la freccia
che ci faccia capire.
Di fatto non c’è stato lo scocco. Oscilliamo.
Sentiamo una moltitudine sola,
una macchia unica,
irriducibile. La coscienza prima di frazionarsi.
Impossibile starne fuori.
Pensiamo alla luce che verrà,
a come tutto già contiene
e si dipanerà.
Sarebbe altro a voler esistere
in una cecità senza fine.
Altri i momenti, nulle le direzioni.
© Inedito di Annalisa Ciampalini
la tensione irrisolta iniziale sembra addensarsi nella “macchia unica”, solo elemento materico che è dato cogliere, fuori fuoco, “imagista”, direi. di lì un crescendo che giunge alla perfetta epifania del verso finale, già di per sé compiuta dichiarazione di poetica. davvero notevole, sono ammirato!